a cura di Marco Antonio Zappa - Aggiornato a Maggio 2022
Il palloncino endogastrico è un dispositivo di forma sferica che viene posizionato nel lume gastrico.
Esistono in commercio tre varianti del palloncino:
Indicazioni:
BMI > 50, per la riduzione del rischio operatorio (sia per successivi interventi bariatrici, sia per altre procedure chirurgiche)
Il pallone deve essere seguito da un programma a lungo termine di terapia dietetico/comportamentale per il mantenimento del peso corporeo.
Il posizionamento del pallone endogastrico avviene per via endoscopica, mediante gastroscopia, in sedazione. Alcuni centri praticano la procedura in anestesia genereale. Il BIB sgonfio, contenuto in una guaina, è connesso ad un catetere di posizionamento in silicone, con diametro esterno di 6,5 mm, a sua volta connesso mediante un raccordo Luer ad un sistema di riempimento. Per aumentare la rigidità all’interno del catetere siliconato viene inserita una guida metallica. Il pallone viene inserito vuoto nello stomaco e quindi riempito con circa 500-700 cc di soluzione salina sterile miscelata con 2 cc di blu di metilene. La struttura espandibile permette varie regolazioni del volume di riempimento al momento dell’inserimento, da 400 cc a 700 cc. Una valvola auto-sigillante consente il distacco da cateteri esterni.
La prima fase della procedura prevede un’attenta indagine endoscopica di esofago e stomaco. Esclusa la presenza di controindicazioni locali, si rimuove l’endoscopio e si inserisce delicatamente il catetere di posizionamento contenente il pallone nell’esofago fino a raggiungere lo stomaco. Le dimensioni ridotte del catetere di posizionamento consentono il reinserimento dell’endoscopio per l’osservazione delle fasi di riempimento.Una volta verificato l’avvenuto passaggio del pallone oltre lo sfintere esofageo inferiore e confermata la sua sede endogastrica, si rimuove la guida metallica. Si procede al riempimento del pallone, al termine del quale si effettua una lieve aspirazione sul catetere di posizionamento. Il vuoto così creato provoca la chiusura della valvola impedendo l’aspirazione del liquido. Il pallone viene rilasciato tirando delicatamente il tubo di riempimento mentre il pallone si trova contro l’estremità dell’endoscopio o dello sfintere esofageo inferiore. Si continua a tirare il tubo di riempimento fino a quando non è uscito dalla valvola auto-sigillante. A rilascio avvenuto, si controlla endoscopicamente il corretto posizionamento del pallone.
Il periodo massimo di posizionamento per il pallone endogastrico è di 6 mesi, oltre i quali la possibilità di garantire complicanze legate ad esso cresce notevolmente.
Pertanto dopo tale scadenza, il pallone deve essere obbligatoriamente rimosso, sempre mediante gastroscopia, in sedazione. Si inserisce il gastroscopio nello stomaco del paziente. Una volta ottenuta una chiara visuale del pallone lo si fora con uno strumento ad ago inserito nel canale operativo del gastroscopio. Viene applicata una leggera suzione al tubo fino ad evacuare tutto il fluido dal pallone. Con una pinza a denti di topo si afferra il pallone e lo si estrae lentamente lungo l’esofago. Quando il pallone raggiunge la gola, la testa del paziente viene iperestesa per ottenere una curva più graduale e facilitare l’estrazione.
Il meccanismo d’azione di tale dispositivo è quello di indurre un precoce senso di sazietà dopo l’introduzione di piccole quantità di cibo. Infatti il pallone è in grado di agire come un bezoar artificiale. La risposta fisiologica del paziente alla presenza del pallone endogastrico varia a seconda delle condizioni generali, del tipo e dell’intensità delle attività svolte. Altri fattori che influenzano la risposta del paziente sono l’assunzione di farmaci o integratori dietetici e in generale il regime alimentare seguito.
La mortalità immediata (nei primi 5 giorni dopo il posizionamento) di questa procedura in ambito nazionale e’ stata dello 0,08% mentre quella tardiva (avvenuta nel periodo di mantenimento del pallone) è pari allo 0,09%, non imputabile alla presenza del pallone, bensì a condizioni morbose quali l’embolia polmonare e l’infarto miocardico.
Le complicazioni immediate del posizionamento di pallone endogatsrico comprendono:
Tra le possibili complicanze tardive derivanti dall’uso del pallone endogastrico vi sono le seguenti:
Lesioni della mucosa dell’apparato digerente causate da contatto diretto con il pallone, da uso improprio delle pinze da presa o da un aumento della secrezione gastrica. Ciò può portare alla formazione di ulcere accompagnate da dolore ed emorragia o persino da perforazione gastrica.
Ogni paziente è accuratamente monitorato durante l’intero periodo di trattamento per individuare tempestivamente eventuali complicanze. Il paziente è informato sulla sintomatologia connessa allo sgonfiamento del pallone, come ad esempio ostruzioni gastrointestinali, ulcerazioni e altre possibili complicanze. Il vomito ripetuto (4-5- volte/die) dopo la dimissione e’ spesso sintomo di intolleranza del paziente nei confronti del dispositivo e spesso determina la rimozione endoscopica anticipata dello stesso. Fattori quali perdita del senso di sazietà, aumento dell’appetito e/o aumento di peso, possono indicare uno svuotamento del pallone; in questi casi è pertanto necessario effettuare un controllo mediante esame endoscopico.
Il calo ponderale medio ottenuto dal paziente nei 6 mesi di mantenimento del pallone è di circa 15-20 kg, con un decremento più rapido nei primi 2 mesi. Nel trattamento multiplo è previsto a distanza di circa 30-45 gg il posizionamento di un secondo pallone endogastrico, con una perdita di peso inferiore rispetto al primo palloncino. Nel follow-up a lungo termine (48 mesi dalla rimozione), si osserva che il 30% dei paziente riprende il 100% del peso, il 40 % recupera meno del 50 % , il 20 % mantiene il peso raggiunto, il 10 % dimagrisce.