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La diagnosi di COVID-19 si basa sull’integrazione della valutazione clinica (che può essere quanto mai varia in relazione ai sintomi e ai segni presenti) con quella strumentale (TAC torace) e di laboratorio ( che si basa sulla valutazione dell’RNA virale a livello del tampone naso-faringeo, dell’aspirato tracheale o del lavaggio bronco-alveolare. Il virus è identificato per la determinazione di alcune sequenze specifiche (Sequenze ORF-1, RdRp, E, N) con tecnica real time RT-PCR.
La presenza di SARS-CoV2 può essere dimostrata anche per identificazione di componenti dotate di potere antigenico, cioè capaci di suscitare una risposta anticorpale. Infine, ad infezione ampiamente in atto o al suo spegnimento, la diagnosi può essere dimostrata per determinazione della risposta anticorpale del soggetto contro SARS-CoV2, se le IgM sono positive (nei primi 5-7 giorni) o se lo sono le IgG (dopo 10-15 giorni). L’insieme dei dati clinici, strumentali e laboratoristici consente la diagnosi di certezza in oltre il 90% dei casi.